28 dic 2013

BARBITONSORI, TASSINARI E DINTORNI

Archelao, avendogli chiesto il barbiere: "Come ti devo tagliare i capelli?" rispose: "Tacendo". (Plutarco)

Uno strano sodalizio accomuna tutte quelle persone che fanno il mestiere di radere la barba, di tagliare, accorciare, lavare e accomodare i capelli con coloro che hanno avuto in sorte di condurre un'auto pubblica altrimenti denominata taxi. E' il sodalizio di appartenenza alla categoria dei logorroici, di coloro cioè che soffrono di quella, diciamo così, alterazione mentale che li porta ad un eccessivo e disordinato discorrere senza dare ascolto a l'interlocutore, senza lasciarsi interrompere, anzi prendendo spunto da ogni interruzione per nuove e interminabili digressioni. Il loro eloquio sfoggia la poco gradevole caratteristica della verbosità e il flusso di parole col quale ritengono di intrattenere chi malauguratamente è incappato nei loro servizi è prolisso, continuo e a tal punto indirettamente proporzionale a contenuti concettuali da ingenerare negli ascoltatori uno sfrenato desiderio di piantare tutto e di fuggire precipitosamente.

L'accostamento tra queste due pur rispettabili categorie di lavoratori non è casuale ma è dovuto alla personale constatazione che solamente costoro, tra tanti, posseggono una caratteristica che li accomuna. Ad ambedue infatti, forse per una certa deformazione professionale o per una data particolare sintomatologia caratteriale, risulta preclusa la possibilità di esprimersi tramite un linguaggio asciutto, breve, conciso. E il peggio arriva quando a coloro che per te manovrano volante e leva del cambio anziché forbici e pettine mostri di non prestare il minimo ascolto o non dai segni di interlocuzione. In tal caso costoro, sentendosi isolati, si abbandonano ad uno sfrenato soliloquio ben contenti di di esprimere a voce più o meno alta i propri pensieri pur sapendo che non vi è nessun interlocutore o ascoltatore.

Di solito i loro discorsi, fondati sul nulla più assoluto, hanno la pretesa della complessità e vogliono rivestire beceri aspetti di approfondite analisi. Va da se che in tale contesto la politica, l'economia, il sociale sono argomentazioni che prevalgono e, nell'ascoltarli, mi viene da pensare come sia un vero peccato che tutte le persone esperte nel far funzionare il paese siano poi troppo occupate a guidare taxi o a tagliare capelli. Un’altra peculiarità di queste persone è l’innata presunzione di ritenersi irrefrenabilmente divertenti e, inutile dirlo, il loro argomento di punta (o meglio, che credono essere di punta) è rappresentato dalle barzellette. Solitamente dozzinali sono tutte incentrate sull'organo sessuale femminile che abitualmente citano con la solita parola di quattro lettere f..a e in più raccontate con dei tempi comici che al confronto Alfano sembra Gino Bramieri.

Generalmmente il repertorio "barzellettistico" che sottopongono ai clienti ha le caratteristiche dell'immutabilità. Passano gli anni, le stagioni si avvicendano, i tempi mutano ma le loro freddure rimangono sempre le stesse per cui se tronchi immediatamente le prime due appena iniziano affermando di averle già sentite, la terza per buona creanza ti tocca sorbirla. Purtroppo anche questa, già di per se stomachevole, ti è nota per cui, essendotela sciroppata già altre mille volte è davvero improponibile riderci su. Ma se per tua sventura il "barzellettiere" si accorge dello scarso entusiasmo con il quale hai accolto la sua attitudine cabarettistica allora sono guai. Con precisa scadenza ogni due minuti riprenderà il finale della storiella accentuando le parole chiave che avrebbero dovuto farti sganasciare dalle risate.


Lo so, forse lo avete già capito o forse andrò contro corrente, ma non amo tutti quelli che parlano, parlano, senza interruzione ne costrutto e non amo soprattutto quelli che affermano "Io dico quello che penso". Personalmente credo che chi faccia questa enunciazione o stia nel pieno di un discorso senza controllo oppure alla fine dirà inconsapevolmente qualcosa che poteva fare a meno di dire. Le parole, come si dice, hanno il loro peso e dovrebbero essere usate sempre con parsimonia, dovrebbero servire a razionalizzare i sentimenti ed i pensieri.



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